Un appalto non genuino è un contratto di appalto che, pur apparendo formalmente regolare, in realtà maschera un interposizione illecita di manodopera, violando le norme sul lavoro subordinato. Questo accade quando l’appaltatore non ha una reale autonomia organizzativa ed esecutiva e il committente esercita un controllo diretto sui lavoratori.
1. Quando un appalto non è genuino?
Un appalto è considerato non genuino quando mancano i requisiti previsti dall’art. 29 del D.Lgs. 276/2003. Gli elementi che lo caratterizzano sono:
✅ Autonomia organizzativa e gestionale dell’appaltatore: deve disporre di mezzi, strumenti e know-how propri.
✅ Gestione indipendente del personale: l’appaltatore deve assumere, retribuire e dirigere i lavoratori senza interferenze del committente.
✅ Rischio d’impresa in capo all’appaltatore: l’appaltatore deve assumersi il rischio economico del lavoro svolto.
Se uno o più di questi requisiti mancano, l’appalto può essere considerato illecito e assimilato a una somministrazione irregolare di manodopera.
Indici di appalto illecito:
❌ Il personale dell’appaltatore è inserito nell’organizzazione produttiva del committente.
❌ Il committente impartisce ordini e direttive ai lavoratori dell’appaltatore.
❌ L’appaltatore non ha una reale autonomia organizzativa ed economica.
❌ L’appaltatore fornisce solo la forza lavoro senza mezzi propri.
2. Chi determina se l’appalto è illecito?
L’accertamento può essere effettuato da:
- Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e ispettori del lavoro.
- INPS e INAIL, per verificare eventuali violazioni contributive.
- Tribunale del Lavoro, se i lavoratori impugnano il contratto e chiedono la riconduzione a un rapporto di lavoro subordinato.
Le verifiche possono partire da un controllo ispettivo o da una denuncia dei lavoratori.
3. Quali sono le conseguenze per il committente e l’appaltatore?
A) Conseguenze per il committente
- Obbligo di assumere i lavoratori coinvolti, riconoscendo loro il trattamento economico e normativo previsto.
- Sanzioni amministrative da 50 a 200 euro per ciascun lavoratore e per ciascun giorno di utilizzo irregolare.
- Obbligo di versare i contributi previdenziali e assicurativi non pagati.
- Responsabilità solidale per le retribuzioni non corrisposte e per i contributi.
B) Conseguenze per l’appaltatore
- Nullità del contratto di appalto.
- Possibili sanzioni penali, se l’interposizione illecita è finalizzata a sfruttamento lavorativo (art. 603-bis c.p., “caporalato”).
- Esclusione da appalti pubblici e iscrizioni in black list per le aziende irregolari.
4. Differenza tra appalto illecito e somministrazione illecita
- Appalto illecito: il finto appaltatore esiste solo per fornire manodopera senza reale autonomia.
- Somministrazione illecita: un’agenzia di somministrazione fornisce lavoratori senza autorizzazione o in violazione delle norme.
In entrambi i casi, il committente diventa responsabile e rischia di dover assumere direttamente i lavoratori.
Conclusione
Un appalto è non genuino quando manca l’autonomia dell’appaltatore e il committente gestisce direttamente i lavoratori. Questo può essere accertato dagli ispettori del lavoro o dai tribunali. Le conseguenze per il committente includono l’assunzione dei lavoratori, sanzioni amministrative e responsabilità contributiva, mentre l’appaltatore rischia la nullità del contratto e, in casi gravi, sanzioni penali.
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